Girando online tra i vari blog per startup oppure prendendo parte a percorsi di incubazione più o meno qualificati, tutti gli startup hanno sentito parlare almeno una volta di lean startup o lean thinking.
L’approccio lean è stato lanciato dall’imprenditore americano Eric Ries, ed è quindi nato nel contesto sociale ed economico della Silicon Valley.
Proprio nel libro “Partire Leggeri” di Ries sono enunciati gli aspetti fondamentali di questo mindset, pensato per approcciarsi a una nuova idea di business tramite l’utilizzo di una progettualità iterativa.
Vediamo però nello specifico cos’è la lean e cosa significa lean thinking.
Quali sono i principi del metodo Lean Startup
Nel suo libro Ries identifica 5 principi fondamentali:
- Gli imprenditori sono dappertutto. Secondo l’autore una startup è tale se crea “prodotti o servizi in condizioni di estrema incertezza”. Questo significa che la metodologia è applicabile in aziende di qualsiasi dimensione o settore;
- L’imprenditoria è una forma di management. Per fare startup è necessario un nuovo tipo di management “tarato su questa condizione di estrema incertezza”;
- Apprendimento convalidato. Una startup esiste per apprendere come creare business sostenibili. Tale apprendimento può essere convalidato con esperimenti frequenti;
- Creazione – Misurazione – Apprendimento. Una startup deve trasformare idee in prodotti, misurare le reazioni della clientela e capire se svoltare o perseverare;
- Contabilità dell’innovazione. È fondamentale applicare una contabilità studiata appositamente per le startup, che devono chiarire come misurare i progressi fatti, come fissare milestone e come definire le priorità.
Cos’è quindi la metodologia Lean Startup
La metodologia Lean Startup è un approccio che ha l’obiettivo iniziale di limitare o diminuire il più possibile tutto ciò che non apporta valore al cliente finale.
La definizione di valore è la chiave di volta, perché una startup parte sempre dal presupposto di non avere certezze su quelli che sono i reali bisogni del proprio target di riferimento.
È necessario quindi testare in modo empirico e iterativo tutte le assumption che vengono formalizzate.
Solamente interfacciandosi con il mercato la startup riesce a comprendere se realmente è in grado di risolvere un bisogno del target.
In questo contesto diventa fondamentale lo sviluppo di un MVP.
L’MVP (Minimum Viable Product) è la versione del prodotto finale realizzate nel modo più veloce possibile e con le minori risorse possibili.
È principalmente uno strumento di test, che ha l’obiettivo di iniziare il prima possibile a raccogliere feedback.
Proponendo l’MVP al mercato l’imprenditore ha la possibilità di iniziare subito il suo processo di apprendimento iniziando il processo di creazione – misurazione – apprendimento.
Questo tipo di approccio permette anche di spostare l’attenzione dal prodotto al consumatore finale.
Nel Product Development tradizionale la tendenza era quella di costruire un prototipo il più perfetto e funzionante possibile.
La Metodologia Lean invece si focalizza sui consumatori, velocizzando e ottimizzando i tempi di risposta del mercato per comprendere cosa abbia realmente valore per i clienti.
Il feedback loop
Questo processo di costruzione – misurazione – apprendimento viene definito anche feedback loop, perché è un ciclo che nel tempo la startup deve ripetere in modo sistematico.
Dopo una fase di ideazione, ogni startup dovrebbe avere l’obiettivo di costruire un MVP nel più breve tempo possibile per passare alla fase di misurazione.
In questo stadio del loop, definendo delle metriche che permettono di comprendere effettivamente l’andamento della startup, l’obiettivo è comprendere se il prodotto è di reale interesse per il consumatore finale.
Il numero di nuovi utenti attivi, il lifetime value di ogni utente, il fatturato, sono solo alcune delle metriche che la startup deve tenere ben salde per accedere poi alla fase di apprendimento con tutte le informazioni necessarie.
Nella fase di apprendimento infatti l’imprenditore deve utilizzare le metriche raccolte per fare una scelta: perseverare nella strategia iniziale o cambiarla. Questo cambiamento viene definito pivot.
Il pivot è definito come un cambiamento atto a testare una nuova ipotesi sul prodotto, sul business model o sul motore di crescita.
Questo ciclo iterativo sta alla base della metodologia Lean e dovrebbe essere applicato da ogni startup in continuo per migliorare il prodotto in base alle esigenze reali dei consumatori.
In conclusione
Abbiamo riassunto in questo articolo i concetti chiave dell’approccio Lean e del Lean Thinking.
Per sintetizzare possiamo dire che questo mindset si basa sul comprendere pienamente i desideri degli utenti finali attraverso un modello ciclico di costruzione, misurazione e apprendimento.
Questo modello permette di ridurre gli sprechi, concentrandosi solamente sugli aspetti di reale valore per i consumatori.